Sono sempre stato lì.
In quel maledetto paese dove non c'è altro.
Non è vero, non è vero, nulla è
vero. Non ho diritto alla mia ingenuità,
non ho diritto alla mia ingenuità,
non ho diritto ad avere il conformismo
del figlio.
Le mie corde dorate si avvicineranno
lentamente alla lama argentata
e stringeranno, torceranno e strapperanno
il sogno malsano, anche se puro; la fede
dell'individuo e le religioni saranno
scavalcate da anime vuote.
La distanza tra esseri comuni per
discendenza si farà sempre più sottile,
sottile è quel filo / sottile / che presto
avrà il nome della morte.
Il Cristo non risorgerà, perché non sarà
processato, non morirà sulla croce
perché avrà spezzato tutti i legami
con i semi, alla vista, non reali, non liquidi.
Il peccato mi invade, quel peccato
da cui non sono stato bagnato, ora,
il lamento della sofferenza avrà presto
fine. Non c'é vita che ci lega, papà,
solo per un caso sono al mondo,
non ho scelto io di esserci,
non hai scelto tu le mie sembianze.
Rimuovo,
stringo la distanza, non avrai più simboli.